Giubileo 2025 – Programma interdiocesano

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Settimane di preparazione al Giubileo:

Il vescovo Stefano dona alle parrocchie l’Evangeliario

La Parola è proclamata, accolta, custodita e venerata dalla comunità

Il nostro vescovo Stefano durante le “settimane di preparazione al Giubileo”, che vivremo nelle Zone pastorali nelle prossime settimane, consegnerà a tutte le parrocchie della Diocesi l’Evangeliario. Per questo motivo vorrei offrire un contributo proprio su questo importante Libro Liturgico, per molti quasi sconosciuto.

L’Evangeliario occupa un ruolo centrale nella celebrazione dell’Eucaristia, sia a livello teologico che liturgico e pastorale, perché rappresenta la Parola di Dio fatta carne, proclamata e celebrata nella comunità ecclesiale. Analizzare i vari aspetti di questo libro liturgico ci permette di comprendere più profondamente la sua importanza.

L’Evangeliario è simbolo visibile di Cristo, la Parola eterna del Padre. Nel contesto dell’Eucaristia, la proclamazione del Vangelo è un evento sacramentale, in cui Cristo stesso parla alla Chiesa. San Girolamo affermava: “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo” (Prologo al commento su Isaia), sottolineando come la Scrittura, e in particolare il Vangelo, sia luogo d’incontro con Cristo vivo.

Secondo la Sacrosanctum Concilium, la Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio Vaticano II, la Chiesa “venera la Scrittura come venera il corpo del Signore” (SC 7). Questo parallelo tra il corpo eucaristico e la Parola proclamata evidenzia la dimensione sacramentale dell’Evangeliario: non è solo un libro, ma un’epifania del Verbo.

Dal punto di vista liturgico, l’Evangeliario non è solo strumento per la proclamazione della Parola, ma un oggetto rituale che accompagna la celebrazione con segni visibili e gesti simbolici. L’incensazione, il bacio e la processione con l’Evangeliario mostrano il rispetto e la venerazione che la comunità cristiana ha per la Parola di Dio.

Nel Pontificale Romano, uno dei momenti più significativi è l’intronizzazione dell’Evangeliario. Questo gesto sottolinea che la Parola di Dio non è semplicemente letta, ma è al centro della vita della comunità e viene accolta come un dono prezioso da custodire. Secondo Goffredo Boselli, l’intronizzazione del Vangelo è un segno del primato della Parola di Dio nella liturgia e nella vita cristiana.

Inoltre, la collocazione dell’Evangeliario sull’altare all’inizio della celebrazione eucaristica (specialmente nelle celebrazioni solenni) simboleggia l’unione tra la mensa della Parola e la mensa del Pane eucaristico. Come sottolinea Crispino Valenziano, “l’Evangeliario, posto sull’altare, evidenzia come l’altare stesso sia mensa duplice, della Parola e del Pane”.

L’Evangeliario ha anche un’importante funzione pastorale: esso è uno strumento di catechesi per aiutare i fedeli a comprendere la centralità della Parola di Dio nella loro vita quotidiana. La processione con l’Evangeliario è un invito visivo e corporeo per l’assemblea a essere discepoli missionari, portatori del Vangelo nel mondo.

La bellezza e la solennità del libro liturgico non sono solo estetiche, ma devono aiutare la comunità a percepire la bellezza della Parola stessa, fonte di vita”. Il modo in cui l’Evangeliario viene trattato durante la celebrazione influisce direttamente sulla percezione della sua importanza da parte dei fedeli.

Ogni comunità parrocchiale che riceve questo dono è chiamata a vivere e testimoniare la Parola di Dio. L’Evangeliario, essendo il libro che contiene i testi evangelici, non rappresenta solo un supporto alla liturgia, ma un segno tangibile dell’identità cristiana, radicata nell’ascolto e nell’accoglienza del Vangelo. Possedere un Evangeliario visibile e accessibile all’interno della chiesa rende concreto questo legame tra la comunità e la Parola di Dio.

Come afferma Goffredo Boselli, “la Parola non è soltanto proclamata, ma deve essere accolta, custodita e venerata dalla comunità”, e il possesso di un Evangeliario fisico rafforza questa dinamica di ascolto e accoglienza. La presenza dell’Evangeliario, in un certo senso, identifica la comunità come popolo che vive alla luce del Vangelo.

L’Evangeliario nelle celebrazioni permetterà non solo una funzione pratica per la proclamazione del Vangelo, ma verrà utilizzato in gesti simbolici che esprimono la venerazione della Parola, come la processione, l’intronizzazione, l’incensazione e il bacio del Vangelo.

Crispino Valenziano sottolinea come il valore del libro liturgico non sia solo nella sua funzione pratica, ma nella sua capacità di rappresentare la Parola viva di Dio attraverso segni rituali che coinvolgono il corpo e la percezione sensoriale. L’assenza dell’Evangeliario, invece, può impoverire l’esperienza rituale e la percezione della centralità della Parola nelle celebrazioni.

In sintesi, l’importanza che ogni comunità parrocchiale abbia un Evangeliario non riguarda solo il corretto svolgimento della liturgia, ma anche la vita spirituale, catechetica e pastorale della comunità stessa. È un segno di fede, di unità e di dedizione alla Parola di Dio, che la comunità è chiamata a vivere e proclamare al mondo.

don Andrea Pacchiarotti, Direttore Ufficio Liturgico Diocesano

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